EDIPO  RE (tragedia di Sofocle)

La peste attanaglia Tebe, in Beozia, e il re Edipo invia suo cognato Creonte, fratello della sposa Giocasta, a Delfi per interrogare l’oracolo di Apollo sui motivi della sua diffusione. Creonte riferisce che la causa è l’impunità dell’assassinio del precedente re, Laio. L’indovino Tiresia lo ribadisce  e, costretto dal re a rivelare il nome del colpevole, accusa Edipo di essere proprio lui, il re.

Triste e amara risulterà la verità: Edipo ha dal servo di Laio la conferma. Giocasta si impicca, ed Edipo, punendo se stesso, si acceca e fugge in esilio.

SETTE CONTRO TEBE (tragedia di Eschilo)

Il re Eteocle ha infranto il patto col fratello Polinice di regnare ad anni alterni sulla città di Tebe, in Beozia. Ciò ha scatenato l’ira di Polinice, che con i suoi soldati ha assediato la città, e ha schierato sei dei suoi migliori prodi in corrispondenza delle porte di Tebe. Egli stesso si è posto alla settima, dove Eteocle decide di affrontarlo.

I due fratelli si daranno la morte a vicenda, e così infrangeranno il nefasto Destino dei figli di Edipo, loro padre, che aveva inconsciamente ucciso il padre Laio e sposato la madre Giocasta.

LE RANE (commedia di Aristofane)

Una parodia della famosa commedia di Aristofane. Il dio Dionìso vuole riportare in vita il tragediografo Euripide, da poco deceduto e da lui ritenuto il migliore dei lirici del momento. A tal fine, indossate le sembianze del dio Eracle e accompagnato dal pigro servo Xantia, scende all’Ade. Qui va incontro a diverse peripezie, compreso il diverbio con delle rane ciarliere, che molto simulano il modo di contendere di Eschilo e Euripide sulla loro bravura.

Plutone assegnerà a Dioniso il compito di giudice della contesa, e alla fine il dio darà la vittoria a Eschilo, riportandolo in vita, contrariamente a quanto si era inizialmente riproposto.

Il trono di miglior tragediografo, rimasto vacante nell’Ade, andrà quindi a Sofocle!